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In the beginning was the W…atercolor

Gerusalemme: essenze orientali sotto un sole di sabbia; colori caldi e pesanti che affaticano il viaggiatore fino a farlo implorare, boccheggiante, per un piccolo ritaglio d’ombra.
Alessandro Alghisi supera questo primo passo e decide di utilizzare l’acqua della borraccia per inumidire le pagine dei suoi taccuini, aprendo le porte di un mondo che diventa progressivamente una visione nella quale sete e stanchezza spariscono e una fresca brezza solleva lo spettatore sopra panorama ricchi di storia e misticismo.
Come in una foto da reportage l’artista disegna la mappa di un simbolico viaggio; acqua e terra si mescolano creando una primordiale placenta da cui nasce una linea che traccia sulla carta i contorni di immagini ricche di emozioni e della tipica curiosità insita in ogni persona che almeno una volta ha deciso di lasciarsi l’uscio di casa dietro le spalle, per partire verso qualcosa di nuovo e avventuroso.

Ingresso alla Chiesa Crociata di Emmaus
Ingresso alla Chiesa Crociata di Emmaus

 

Davanti alla Chiesa Crociata di Emmaus, Alghisi trasmette la volontà di oltrepassare la porta bianca alla scoperta delle meraviglie celate al suo interno e lo stesso si ripete quando la luce del sole illumina il deserto attorno alla piana di Gerico e il lago di Tiberiade.
Nei suoi acquerelli si scorgono l’attesa e il tempo trascorso davanti agli scenari ritratti; Hopper diventa un vagabondo Monet e, inebriato da ciò che ha di fronte, passeggia insieme alle linee creando bozzetti di realtà così personali che forse nemmeno una dettagliata cronaca darwiniana sarebbe in grado di fare.
L’artista sale in cattedra come uno di quei professori alla ricerca dell’attimo fuggente che volutamente non approfondisce l’argomento trattato, per dar modo all’alunno di sviluppare una propria visione della realtà.

Basilica della Trasfigurazione
Basilica della Trasfigurazione

 

La voce narrante è il tratto, sempre alla ricerca di un tono adeguato che porti lo spettatore verso un’immersione totale nel racconto. Come un funambolo, segue una linea sottile che vibra a ogni minima oscillazione sulle punte di una melodia perfettamente orchestrata la cui chiave di violino è la sensazione di non essere davanti a elementi singoli bensì a un simposio segnico che integra perfettamente tutti i pezzi del puzzle.
I corpi nudi dai quali inizia la propria carriera mutano come una mitologica Dafne, lasciando tracce di umanità nella nodosa corteccia degli alberi, nelle soffici silhouette delle dune desertiche mosse dal vento e nei fiumi tranquilli che riflettono il cielo.
Tratti essenziali, immediati e rapidi come la saetta nietzschiana che manifestandosi racconta tutta sé stessa senza ripensamenti o cambi di direzione; così è, se vi pare.
Alghisi non mostra Gerusalemme ma racconta la propria visione della città, meta ultima di un itinerario estivo in compagnia di monsignor Peroni che, partendo da Nazaret tocca prima Betlemme e successivamente il deserto di Giuda e la cittadina di Cafarnao.

Acquerelli
Acquerelli

 

Questo lungo pellegrinaggio evocativo testimonia la sua esperienza in Terrasanta tendendo una mano allo spettatore per accompagnarlo nei luoghi più importanti, intimi e segreti da cui tutto ebbe inizio.

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