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Architetture di un futuro passato

I programmi televisivi odierni sono ormai molteplici e in grado di soddisfare le esigenze di un pubblico sempre più vorace; alcuni mostrano cucine di ristoranti dove nessuno vorrebbe mangiare, altri persone apparentemente abbandonate a loro stesse su isole angustie che fanno emergere miti orwelliani e infine ci sono format il cui unico obiettivo è riuscire a costruire case strane e fantasiose al limite della fisica.
Quella che il palinsesto traduce in innovazione affonda le proprie radici nello stile di un architetto catalano vissuto tra Otto e Novecento, le cui idee hanno contribuito a plasmare l’intera città di Barcellona.
Lanciando una ricerca online su Antoni Gaudí, ritornano subito risultati in merito alla Sagrada Família e Parc Güell che senza dubbio rispecchiano due delle opere più significative e monumentali del suo portfolio, ma scorrendo qualche riga si scoprono abitazioni da lui costruite o ristrutturate capaci di lasciare a bocca aperta anche l’agente immobiliare più ardito ed esperto; una di queste è appunto Casa Batlló.
All’inizio del XX secolo, Passeig de Gràcia era considerato il viale modernista sul quale si affacciavano le balconate delle persone più in vista della città. Una di queste apparteneva all’industriale Josep Batlló il quale, nel 1904, decise che era venuto il momento di apportare qualche miglioria all’intero edificio.
Guardandola ora è molto difficile immaginare l’originario parallelepipedo in cemento che l’architetto catalano ha mescolato a pietra e cristallo restituendo una struttura ondulata che ricorda l’ambiente sottomarino.
Fin dalle prime sale si percepisce un senso di smarrimento; le gambe diventano molli e sembra quasi di poter galleggiare in una nuova realtà, lontana da quella metropolitana che invece pervade le strade tutt’intorno.
Il visitatore entra in un ambiente ovattato e silenzioso, pervaso dall’irreale serenità legata allo studio minuzioso di ogni particolare atto a ricreare l’elemento organico in cui luce e colore si rincorrono a vicenda come in uno specchio.
Al centro dell’atrio situato a pianterreno si snoda una scalinata il cui corrimano ricorda la spina dorsale di un enorme animale, che si manifesta nella sua interezza una volta raggiunta la terrazza.
Gli elementi caratterizzanti del primo piano sono i due lucernari a forma di dorso di tartaruga, la finestra del salone principale che, tramite un sistema di contrappesi è possibile aprire illuminando l’intera sala e il grande lampadario attorno al quale viene letteralmente avvolto il soffitto in un allegorico turbinio di acqua e sabbia.

Lucernari
Lucernari

 
Il centro della casa, collegato con ognuna delle camere, è il cavedio; Gaudí decise di rivestirne le pareti con piastrelle blu a sbalzo che avvicinandosi alle vetrate poste sul soffitto aumentano la gradazione cromatica distribuendo la luce in modo uniforme.
Agli occhi non viene lasciato un attimo di tregua; ogni dettaglio è inserito per sorprendere partendo dalle porte decorate con un alfabeto disegnato appositamente dall’architetto per i Batlló, fino ad arrivare alle forme ergonomiche dei pomelli e ai vetri traslucidi che deformano la realtà interna deviandola verso un movimento ondulatorio tipico del panorama marittimo.
Superati i quattro piani riservati alle stanze nobili si arriva all’attico, un corridoio circondato da fessure simili a branchie che permettono il passaggio della luce respingendo l’acqua all’esterno; la conformazione sprovvista di colonne trasforma il visitatore in una sorta di Pinocchio che cerca di arrivare al cielo passando per il ventre della balena.
L’artista è onnipresente e la sua firma si riconosce continuamente non solo nei colori e nell’illuminazione ma soprattutto nelle forme che contribuiscono a creare spazi innovativi ancora ai giorni nostri.

Terrazzo
Terrazzo

 

Il personaggio di Collodi verrà soddisfatto quando, raggiunto il terrazzo, potrà godere di una delle migliori viste panoramiche della città, sorvegliate dal mitologico drago che finalmente si riesce a riconoscere e dentro al quale prende vita l’intera struttura.
Le ultime due perle di questa collana architettonica sono il cortile interno adorno di motivi floreali e la facciata anteriore dominata da contesti fantastici e zoomorfi, che intrecciandosi alla migliore ideologia gotica del tempo scolpiscono in blocchi di pietra arenaria e dischi di maiolica un folkloristico immaginario floreale e marino.

Facciata
Facciata

 

Casa Batlló rappresenta un’evasione. Sulle orme del Capitano reso celebre dai romanzi di Verne, Gaudí costruisce il proprio Nautilus e lo mette alla fonda nella via principale di una città in continuo mutamento, che per quanto possa ingrandirsi fino a diventare una metropoli al passo coi tempi, conserverà sempre nel proprio centro un cuore vivo di memoria e storia, irraggiungibile, perché nascosto nel profondo e nella tranquillità dei fondali marini.

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