Read more

Dare la vita per non morire

Oggi è facile morire, o meglio è diventato così naturale relazionarsi con il tragico che si è stemperato il concetto di esistenza nel vero senso della parola; guardando film e telegiornali, l’uomo da un lato si rende conto degli avvenimenti indicibili che accadono nel mondo e ne soffre, ma dall’altro è ormai uno spettatore distaccato che ha eretto un muro invisibile oltre il quale le sue emozioni sono al sicuro e gli conferiscono la convinzione di sopravvivere in eterno.
Lo scultore analizza proprio questa tematica concentrandosi sulle strategie con cui ogni persona decide di giocare le proprie carte al tavolo della vita per tentar di vincere la partita nel migliore dei modi.
Reso famoso da numerosi saggi riguardanti il fumetto, Scott McCloud decide di lavorare in prima persona a questa graphic novel che, dopo quasi cinque anni di preparazione, dimostra come la nona arte sia in grado di sfondare l’ipotetica barriera oltre la quale ancora esiste l’essere umano, per colpirlo nel profondo attraverso un’oggettiva visione realistica abbracciata a una sospensione onirica e irrazionale del quotidiano.
David Smith, stereotipo della persona qualunque, è uno scultore che dopo l’iniziale successo collegiale dovuto all’apporto di un investitore particolarmente influente nel panorama artistico newyorchese, si ritrova ora a festeggiare il ventiseiesimo compleanno spendendo gli ultimi spiccioli in birra e whisky senza alcuna certezza per il futuro.
È in questo contesto che ricompare suo zio Harry e i due iniziano a conversare normalmente finché il protagonista si ricorda che la persona di fronte a lui è morta da un pezzo.
L’atmosfera cambia e David viene messo davanti al bivio di trascorrere un giorno da leone o continuare a essere una pecora. Il ragazzo sceglierà la prima opzione senza pensarci troppo e Harry, ormai rivestiti i panni del tristo mietitore, gli donerà il potere di plasmare la materia a suo piacimento, cosicché possa riconquistare la fama ormai perduta. Il prezzo da pagare tuttavia sarà il tempo perché gli verranno concessi ancora solo duecento giorni di vita.

 

Lo scultore
Lo scultore

 

Forte delle nuove capacità, David inizia a scolpire giorno e notte senza tregua ma le sue opere rimarranno al buio; McCloud qui mette in scena la propria critica nei confronti dei galleristi e delle loro scelte espositive che spesso favoriscono nomi noti e certezze economiche rispetto a giovani talentuosi ma sconosciuti.
Il pensiero artistico del protagonista è legato alla purezza e non riesce a concepire l’idea che il giudizio personale possa essere sviato da influenze esterne; poco a poco si farà largo in lui il dramma dell’inutilità del potere pagato a caro prezzo ma, mentre vortica all’interno di una spirale depressiva, incontra Meg, ragazza vitale e incosciente, metafora del lato affettivo che David non aveva considerato al momento del patto con Harry.
I due iniziano a frequentarsi aprendo un nuovo capitolo della storia nel quale l’immersione dello scultore nella materia diventa sempre più intensa e ricalca la febbrile voracità che plasma ormai le sue giornate e si nutre di ricordi, emozioni ed esperienze alle quali si affaccia con curiosità e timidezza.

 

Dont' think
Dont’ think

 

La risposta dell’autore alla precedente critica emerge quando il giovane si rende conto che l’argilla di cui ha veramente bisogno è il mondo stesso che si traduce in un’auto-produzione urbana atta a modificare la città secondo visioni personali e soggetti astratti.
Solo in questo modo l’artista potrà finalmente dare un volto alle cose e alle persone che McCloud fino a quel momento aveva rappresentato in modo volutamente stilizzato e indifferente, illuminate da una luce fredda e distaccata realizzata utilizzando colori che pur rimanendo invariati, riescono ad avvolgere gli avvenimenti con carichi emozionali differenti a seconda del momento.
Un numero esponenziale di idee si affollano nella mente di David ma il tempo a sua disposizione inizia a scorrere sempre più velocemente coadiuvato da una narrazione incalzante che non lascia scampo al lettore: un mese, tre settimane, dieci giorni, sempre meno finché l’ennesimo colpo di scena sconvolge nuovamente la vicenda mostrando appieno i pensieri e i sentimenti dell’autore, dello scultore e dei personaggi, squarciando le certezze del lettore che, apprezzando o meno la storia, non può rimanere indifferente alle considerazioni che via via si fanno largo mentre ci si avvicina inevitabilmente all’ultima pagina, preceduta da un momento di silenzio prima della fine.

 

Meg
Meg

 

Una storia, quella de Lo scultore, che resta sospesa a pochi centimetri dalla realtà quotidiana per accompagnare la riflessione attorno ai concetti di esistenza, morte, amore e arte e alla loro concatenazione nell’anima di una persona qualunque così attaccata alla vita da essere disposta a morire per essa.

 

Cosa ne pensi?

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>