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Il sogno di Salinger

Mentre secondo De André dai diamanti non nasce niente, non sembra essere dello stesso avviso l’americana Agnes Denes che a Marzo 2015 ha seminato un campo di cinque ettari all’interno di una delle più urbanizzate zone milanesi.
Wheatfield, questo il nome dell’installazione, venne testata per la prima volta tra Wall Street e il World Trade Center all’inizio degli anni Ottanta per cercare di aprire un varco tra i pesanti strati di cemento che impedivano alla natura sottostante di respirare.
Lo scenario ambientale contamina l’intera produzione di Agnes; grazie alla sua arte ha contribuito a creare montagne in Finlandia, incatenare foreste in India e coltivare riso sulle cascate del Niagara con l’obiettivo di scoperchiare l’iperrealistico e claustrofobico spazio urbano per far riemergere la campagna primitiva, affinché le persone possano riappropriarsi dei sogni dimenticati tra le spighe dell’infanzia, dei pomeriggi sull’isola della Grande Jatte e delle colazioni sull’erba.
Il campo di grano rappresenta per il quartiere di Porta Nuova, la ciliegina sulla torta di un’opera di riqualificazione iniziata nel 2005 nella quale sono ormai molteplici le innovazioni degne di nota, come il Bosco Verticale progettato da Stefano Boeri ed eletto grattacielo più bello del mondo.

Wheatfield
Wheatfield a Milano

Più di duemila persone si sono presentate alla semina di Marzo e alla mietitura di Luglio, sfidando incertezze primaverili e calura estiva al fine di condividere le proprie visioni in merito alla civilizzazione moderna; ognuna di esse ha infine ottenuto tre spighe di grano che simboleggiano salute, amore e fortuna.
L’artista americana ha spiegato che non è facile realizzare progetti così imponenti ma è necessario alimentare l’idea di una creazione accessibile alla comunità in modo che chiunque possa trarne beneficio.
Agnes è alla ricerca di un contatto nuovo e più intimo con le persone perché è convinta che le idee degli artisti possano ispirare l’umanità del futuro.
Inserita in una società in grado di alterare consapevolmente la propria evoluzione, l’arte non deve più essere autoreferenziale ma diventare veicolo di messaggi universali che premano sulle tematiche ambientali per evitare che l’uomo sia l’artefice della propria fine.

Il sogno di Salinger
I’d just be the catcher in the rye

Al termine dell’attività di raccolta del grano, ai partecipanti è stato chiesto di compilare un questionario che verrà inserito nelle ormai famose capsule del tempo, dei contenitori lasciati dagli uomini del presente per testimoniare il passato alle civiltà del futuro.
Secondo Agnes infatti, la gente deve tornare a confrontarsi con sé stessa e con il mondo del quale è parte integrante; le capsule servono da espediente per mettere le persone davanti al proprio ruolo nella storia, facendole riflettere sulle azioni compiute e sull’impegno necessario per giungere fieri ad ogni traguardo.

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