La montagna ha sempre rappresentato nell’immaginario collettivo il luogo di evasione preferito per l’uomo che vuole lasciarsi alle spalle il nuovo mondo per immergersi in un universo primitivo, solitario e onirico nel quale la mente è libera di vagare tra il suono dei ruscelli e il soffio caldo degli animali selvatici.
Letteratura, cinema, musica e arte sono ricolme di tesori che rendono le cime un perfetto soggetto d’opera; la montagna diventa così redenzione, ricerca interiore di una nuova forma di evoluzione sociale, instancabile antro gotico ricco di folklore pronto a dispensare tramonti e aurore a coloro che vogliono immortalarli.
Per alcune persone, come lo scalatore Jeremy Collins, la montagna diventa infine una sfida, un rispettoso avversario con il quale misurarsi amichevolmente e ridere una volta raggiunta la vetta.
La sua carriera inizia come illustratore per il National Geographic e dopo una quindicina d’anni di sola arrampicata decide di rivedere il significato dei termini arte ed escursionismo.
- Jeremy Collins-Remembrance
Jeremy si iscrive all’accademia d’arte ma capisce quasi subito che una volta apprese le basi ha bisogno di cercare un proprio stile e per farlo inizia un viaggio verso popoli e culture che amplino il suo modo di intendere la vita.
La strada gli mostra un nuovo concetto di arte che recupera i carnet de voyage fondendo il tratto e la forma con la cartografia; linee e punti essenziali scivolano sul foglio diventando progressivamente le orme di un racconto in continuo divenire.
Scalare assume un nuovo significato; diventa un’esperienza personale ed egoistica che influenza le sue illustrazioni; come una meditazione, il disegno parte da forme semplici e lentamente si riempie di linee e punti fino a restituire la visione completa dell’opera.
- Jeremy Collins-Le montagne chiamano. Devo andare.
L’artista incorpora il paesaggio all’interno del paesaggio stesso; i suoi sketchbook raccontano allo spettatore la strada percorsa, l’organizzazione del viaggio, gli incontri occasionali e le tradizioni locali; Jeremy è un esploratore che dimentica di proposito la macchina fotografica per immergersi completamente nella cultura di un luogo e ascoltarne le storie che successivamente fisserà su carta in modo da poterle tramandare.
- Jeremy Collins-Portrait of the landscape
Nel corso di un viaggio tra Venezuela e Brasile, ha ascoltato ad esempio i mantra delle popolazioni del Rio delle Amazzoni; ogni giorno si sedeva in mezzo ai bambini per raccontare le storie del loro popolo e molti rimanevano meravigliati del modo con cui accompagnava l’illustrazione alla narrazione.
In quell’occasione vede da vicino un anaconda e capisce il dualismo di tradizione e paura che essa rappresenta per i nativi del luogo; decide di conseguenza di mostrarla con le sembianze di un fiume nel quale una barca cerca di risalire la corrente.
Una sera, l’interprete del villaggio viene aggredita da uno di quei serpenti e mentre i capi corrono in cerca dell’antidoto, Jeremy resta a intrattenerla.
Decide di mostrargli qualche albo e quando arriva al bozzetto dell’anaconda, la donna lo vede come un segno premonitore e inizia a parlare delle proprie esperienze fino al ritorno dei dottori.
- Jeremy Collins-Anaconda
L’illustratore americano capisce finalmente il vero potere dell’arte e il suo compito nel mondo; il suo talento può aprire gli occhi alle persone, sensibilizzare l’opinione pubblica su concetti ecologici quali il surriscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacciai, gli aiuti umanitari e via scrivendo.
- Be grateful, be honest, be brave
Il suo è un incoraggiamento verso lo spettatore a seguire le proprie passioni e spingersi fino agli estremi confini della Terra; egli invita le persone a uscire dal mondo del quotidiano per scoprire che esistono nuove vette da scalare, nuove popolazioni da conoscere, nuove storie da ascoltare in grado di aprire la mente verso orizzonti sconosciuti e meravigliosi.
